Santuario della Madonna della Misericordia

Il Santuario della Madonna della Misericordia.

É la più recente delle chiese di Acquaformosa. Al suo interno si conserva una pregevole icona della Madre di Dio. Questa icona è una replica, di recente fattura, di un’icona che si venera nel Monte Athos. L’icona è stata eseguita in Grecia nel 1973, da Lina Papoula, artista del museo Bizantino di Atene. Il quadro rappresenta la Brephocratùsa (Colei che tiene in braccio il bambino).

ImmagineSantuario

 

Due angeli sorreggono una corona sopra il capo della Madre di Dio. Sopra la corona è inciso il nome dell’icona: “Àxion estìn”, in greco. Il rivestimento argenteo è una replica fedele dell’originale athonita. I medaglioni incisi nella cornice dell’originale non sono stati riprodotti e sono stati sostituiti da un ornato a base di grappoli e foglie di vite. Della pittura, tempera su legno, si vedono i soli volti della Madonna, del Bambino e degli angeli. Il tipo dell’icona è quello dell’Eleùsa (della Misericordia), ma, nella sua variante più umanizzata, della Glycophilùsa (del dolce abbraccio): i volti si toccano ed esprimono una grande tenerezza.

Il Bambino è seduto sul braccio destro della Madre che cerca di trattenerlo nel suo vivace movimento di torsione che scopre braccio e piede. Nella mano destra porta un cartiglio, su cui c’è scritto: “Lo Spirito del Signore è su di me”. Il ricco e pesante maphòrion della Madre di Dio è costellato di cespi di rose.

La Madonna dell’Axion estin va annoverata tra le icone più venerate del Monte Athos. Non si trova in uno dei venti monasteri sovrani, ma nel villaggio monastico di Karies. Alla base della fama dell’icona mariana sta il fatto prodigioso, narrato dai monaci, che si sarebbe verificato nell’anno 980, quando il Monte era già costellato di monasteri e di eremitaggi.

In uno di questi, sito in fondo alla valle di Karies e Pantocrator e dedicato alla Dormizione della Madre di Dio, viveva, insieme con un giovane discepolo, un monaco di grandi virtù. Un giorno, dovendo il vecchio recarsi nella chiesa del Protaton per prendere parte alla veglia notturna, disse al giovane: “Tu rimani qui e sforzati di recitare l’Ufficio meglio che puoi”. Venuta la notte , il giovane novizio sentì bussare alla porta e, apertala, si trovò davanti un bel vegliardo in abito monastico che chiedeva ospitalità. A mezzanotte, il giovane e il suo ospite si misero a cantare insieme l’Ufficio. Arrivati al momento dell’inno Tin timiotèran, il misterioso ospite prevenne il novizio nel canto, aggiungendovi alcune frasi. Le parole iniziali delle frasi aggiunte, in greco, sono appunto “Axion estin …”: “E’ veramente giusto proclamare beata te, o Deipara, che sei beatissima, tutta pura e Madre del nostro Dio”.  Il giovane non conosceva l’inno. Disse perciò al compagno: “Qui cantiamo solo il Tin timioteran e mai noi e i nostri padri abbiamo conosciuto l’ Axion estin. Ti prego, scrivimi le parole, affinché sappia cantarlo anch’io”. Lo sconosciuto acconsentì; scrisse col dito le parole su una tavoletta e aggiunse: “É così che voi e tutti gli ortodossi canterete d’ora in poi questa preghiera”. Detto ciò scomparve. Ritornato il vecchio eremita, il novizio gli mostrò la tavoletta e cantò l’inno che aveva imparato. Il vegliardo si affrettò a portare il meraviglioso documento agli anziani del monastero vicino e raccontò il meraviglioso evento. Si diffuse così la convinzione che il cielo stesso fosse disceso ad insegnare un nuovo inno in onore della Theotòkos (Madre di Dio), poiché l’ospite misterioso altri non poteva essere che il messaggero dell’Annunciazione, l’Arcangelo Gabriele. La preziosa tavoletta fu allora portata a Costantinopoli. Il Patriarca e l’Imperatore, informati dell’accaduto, prescrissero di cantare l’Axion estin in tutte le chiese.

I monaci della Santa Montagna trasportarono solennemente nella chiesa primaziale di Karies l’icona mariana davanti alla quale il nuovo inno fu cantato per la prima volta. Questa chiesa da allora fu intitolata alla Madonna dell’Axion estin. Anche l’eremitaggio in cui ebbe luogo l’evento ricevette il nome dell’Axion estin e la vallata quello di Adein o “del cantare”.

Il libro liturgico dei Minèa riporta al giorno 11 giugno la “Sinassi dell’Arcangelo Gabriele nel cantare”.

 

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